indici di liquidità e struttura

gli indici di liquidità e di struttura sono importanti per valutare l’azienda da un punto di vista finanziario, cioè verificare come il proprio capitale è coperto da mezzi propri o da debiti a breve o medio lungo termine.

Non mi stancherò mai di ripetere che può succedere che fallisca una azienda che non ha mai chiuso in perdita, mentre un’azienda che perde può continuare per anni e anni (chiaramente grazie a trasfusioni…)

Indici di liquidità

La liquidità riguarda le attività a breve e le passività a breve.

Attività correnti

Attività a breve sono

·       rimanenze di magazzino (chiamate «disponibilità»)

·       i crediti (principalmente i crediti commerciali, che troviamo nel bilancio nella voce «clienti»)

·       gli altri crediti

Infine nelle attività a breve troviamo la liquidità, ovvero i conti correnti bancari attivi e la cassa.

Passività correnti

Le passività correnti sono i debiti a breve termine (entro 12 mesi):

·       Debiti a breve verso le banche (scoperto c/c e anticipi sbf)

·       Debiti verso fornitori

·       Altri debiti

Capitale circolante netto

La differenza fra attività correnti e le passività correnti si chiama capitale circolante netto. È molto importante, perché da un lato ci dà una misura della liquidità dell’azienda, dall’altro se cresce drena risorse finanziarie.

Una versione più precisa del CCN è il capitale circolante netto operativo, che considera le attività correnti – le passività correnti al netto delle passività correnti finanziarie

Current test (indice di liquidità generale)

Torniamo agli indici di liquidità. Il primo è l’indice di liquidità generale, noto anche come current test:

(AC + AD) / PC

Attività correnti + magazzino / Passività correnti, deve essere sempre maggiore di 1, possibilmente 1,2, ottimo oltre 1,4

acid test (indice di liquidità secca)

Quindi abbiamo l’acid test (o indice di liquidità secca):

AC / PC.

Differisce dal precedente perché non considera il magazzino. Deve essere assolutamente maggiore di 0,8, possibilmente di 1, ottimo oltre 1,2

Indici di struttura

Infine diamo uno sguardo agli indici di struttura. Questi ci dicono come le nostre immobilizzazioni sono coperte da capitale proprio o da debiti a medio lungo termine.

Margine di struttura primario (Patrimonio netto – Immobilizzazioni)

 

Piccolo promemoria:

CN = Patrimonio netto

Imm = immobilizzazioni

MLT = finanziamenti a medio lungo termine

allora il Margine di struttura primario (MSP) si può scrivere così:

MSP = CN – Imm

E’ un indicatore della solidità patrimoniale dell’azienda.

Se positivo indica che il capitale proprio, il quale non ha vincoli di scadenza, ha finanziato interamente le immobilizzazioni, caratterizzate da tempi di disinvestimento medio-lunghi.

Se il margine è negativo vuol dire che una parte delle immobilizzazioni sono state finanziate utilizzando capitale di terzi con obbligo di rimborso, con la conseguenza che il recupero finanziario delle immobilizzazioni non avvenga in tempo per il rimborso dei prestiti ottenuti.

In pratica sarebbe bene che le immobilizzazioni siano coperte per massima parte se non totalità dal capitale proprio.

Mai e poi mai devono essere coperti da passività a breve!

Indice di struttura primario

è il rapporto fra CN e immobilizzazioni

ISP = CN/imm

Margine di struttura secondario

MSS = (CN + MLT) – Imm

Il margine di struttura secondario è la differenza fra le fonti consolidate (CN + finanziamenti a MLT) e immobilizzazioni.

Deve essere positivo, maggiore di zero

Indice di struttura secondario

Visto come indice si rappresenta così:

ISS = (CN + MLT) / Imm

è il rapporto fra la somma di Patrimonio netto (CN) e finanziamenti e medio lungo termine e immobilizzazioni

Il valore 1 è il minimo, buono oltre a 1,15, ottimo intorno a 1,3